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Una vita in viaggio- pro e contro

Aggiornamento: 19 set

Quest’ultimo anno è stato intenso e inaspettato sotto vari punti di vista.

Sono passata dalla totale libertà, mentre tutto il mondo era bloccato da una pandemia, a sentirmi in gabbia anche quando ero all’esterno.


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Sono dovuta rientrare in Italia dopo il mio giro del Messico in van e otto mesi trascorsi in quel bellissimo Paese dove mi sentivo libera,dove la mattina mi svegliavo a piedi scalzi percorrevo la strada che volevo, guardavo l’oceano di 1000 sfumature di verde e azzurro, mangiavo tacos a qualsiasi ora del giorno e della notte, avevo la mia routine fatta di colazione sana, passeggiata sul mare, ascoltare gli uccellini cinguettare mentre bevevo il caffè fatto rigorosamente con la moka anche se dentro il mio van fronte oceano.



Poi una volta rientrata a quella che gli altri chiamano la normalità che per me non è mai stata, iniziai a sentire da subito quel senso di inadeguatezza , mi sentivo in gabbia ancora prima di capire dove fossi.

Così decisi che prima di iniziare la stagione estiva avrei dedicato del tempo alle persone che per tanti mesi non avevo visto.

Ho trascorso un mese a Verona con le mie amiche e mia sorella e poi un altro mese in Sicilia dove vive una parte la mia famiglia.

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Quando arrivai in Sardegna, casa della famiglia di mio padre, i giorni prima di iniziare la stagione furono molto difficili, non facevo altro che piangere, sentire una stretta al cuore ma anche attorno, come se piano piano venissi schiacciata.


Chi non ha vissuto un momento di piena libertà e consapevolezza, chi non ha avuto la possibilità di fare delle esperienze, che ha sempre sognato, di viverne altre che mai avrebbe immaginato, che finalmente riesce a vivere in un modo talmente diverso da quello che ci hanno imposto, talmente diverso rispetto a quello che ci hanno sempre fatto credere che fosse giusto, che ha assaporato la vita vera non saprà capirmi.


Nessuno mi aveva costretto a tornare in Italia, (che poi l’Italia non è un problema io amo il mio Paese )ma la mentalità che regna, le persone che ci sono, il fatto di stare facendo una scelta solo perché mi serviva, solo perché sapevo che dovevo farlo, mi distruggeva. E per quanto avessi la certezza che sarebbe stato solo per un periodo, solo per fare un po’ di cassa per i miei prossimi obiettivi, non trovavo la forza per superarlo.


Così lasciai che le mie lacrime scorressero senza mai farmi prendere dalla paranoia, facendomi però aiutare da una professionista ad esternare questi miei pensieri.

Poi mi feci forza ed iniziai la stagione che non andò affatto come pensavo: paga inferiore, non troppo lavoro, problemi con il proprietario della casa in cui ero in affitto insieme al mio ragazzo e, ciliegina sulla torta, sono stata ferma bloccata a casa con il Covid (e tutta La burocrazia che non funzionava).

Insomma, il periodo estivo che doveva regalare grandi gioie alle mie tasche è stato un fiasco e quelli che dovevano essere tre mesi estivi si trasformarono in un “restiAmo anche per la stagione invernale”.


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Così tornai a Verona con l'idea di lavorare fino a maggio e poi tornare in Messico qualche mese, per prendermi cura del mio terreno ed iniziare a mettervi le fondamenta del mio BnB.

Dopo i mesi in Messico sarei partita alla volta di un altro grande viaggio, ma prima avrei continuato a lavorare per recuperare ciò che avevo perso destate.


Il 2 Aprile di quest’anno, qualcuno ha deciso di non rispettare un segnale di precedenza e far saltare tutti i miei piani.


Ma Per quanto mi sforzi di credere che tutto accade per una ragione, mi continuo a chiedere quale sia.

E' brutto trascorrere un anno con una sorta di countdown ed una volta arivat* così vicini allo scadere di questo, tutto cambia.

Lo so, è la vita, siamo un cambiamento continuo e come l'acqua scorriamo e come essa dovremmo lasciarci trasportare, ma a volte non nego che resto li bloccata a chiedermi "Sinceramente, quanto cazz devo lottare per i miei sogni?"

La verità è che grossi o piccoli che sia, la maggior parte delle volte sembrano insormontabili, sembra che le porte ti si continuino a chiudere in faccia.


So anche che vi dicono che dovete sorridere, aspettare, sperare e continuare a lottare, ma ogni tanto ricordate anche di vivere ciò che vi fa stare male. Le emozioni, qualunque esse siano, vanno vissute, prima che vi divorino da dentro.




In ogni caso stavo per lasciarmi travolgere da tutti questi pensieri e poi mi sono detta "ma a te, chi ha detto che non puoi fare niente? stravolgi ancora una volta i tuoi piani. Vedrai che cosa meravigliosa".

Non è stato semplice, mi piace sottolinearlo, perchè dietro ad ogni foto pubblicata, ogni articoo, ogni post, ogni viaggio da favola, ci sono i retroscenza di quelle che sono le nostre scelte, fatte di imprevisti, sacrifici, incertezze.


Ad ogni modo, ho deciso di riempire la seconda metà di maggio con una tabella di marcia infinita in cui avevo incastrato praticamente tutte le città europee che non avevo mai visto: la follia!

Ho così ridotto a 3 i posti in cui mi fermerò e sinceramente non ho ancora prenotato nulla, ho solo i biglietti aerei e manca anche quello di ritorno! Ma dettagli!

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La prima città in cui andrò è Palma de Mallorca, scelta totalmente a caso e solo in un secondo momento ho scoperto avere spiagge paradisiache.


Le prossime tappe le scopriremo insieme! Sarà il mio primo viaggio in solitaria dopo tanto tempo e spero di poter contare su di te!

Ti ringrazio intanto per aver letto fino a qui, ci vediamo lunedì per scoprire la seconda tappa di questo viaggio malinconico.

 
 
 

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