Marrakesh-Il primo impatto
- manuelamatta1991
- 10 lug 2022
- Tempo di lettura: 10 min
Aggiornamento: 19 set
Cercherò di raccontare un viaggio che non era previsto e si è rivelato tra i più belli che io abbia mai fatto.
Il Marocco mi chiamava da un po' eppure continuavo a rimandarlo, poi per una serie di coincidenze l'ho scelto, o forse è stato lui che ha scelto me.
Il riad
La colazione
Jemaa el fna - La piazza di Marrakesh
La medina
Scheda telefonica
Documentazione per il viaggio
Sabato 21 maggio 2022
Volo da Malaga a Marrakesh al mattino presto, arrivo in uno degli aeroporti più belli del mondo per la sua architettura alle 7.30 del mattino ed il mio driver (ho prenotato un taxi direttamente dal sito di booking) non è ancora arrivato.

Sono stanca, ho molto sonno, ma mi guardo intorno. Uscire dall'aeroporto è stato semplicissimo e veloce, forse per l'orario in quanto ho sentito di altri viaggiatori che hanno perso un sacco di tempo, si parla di ore.
L'unico stop che ho dovuto fare è stato quello per compilare la fiche sanitaria obbligatoria in cui scrivere tutti i vostri dati, compreso l'indirizzo di dove alloggerete.
In realtà avrei potuto scaricare la fiche direttamente dal sito di Viaggiare sicuri (vi metto qui il link diretto) e compilarlo e sarei passata prima, o almeno avrei potuto portare con me una penna che qualcuno poi mi ha gentilmente prestato, se invece fate come me la fiche vi verrà gentilmente consegnata all'arrivo e dovrete compilare il tutto li. Per fortuna l'aeroporto è dotato di un ottimo wifi.
Agli arrivi troverete subito uno stand con una grossa scritta viola INWI, in cui vi regaleranno una sim marocchina. Pagherete solo per i giga che vorrete nella vostra offerta, nel mio caso non c'era molta possibilità, l'unica promozione disponibile era quella da 10euro con 10 giga. Fatto.
Nel frattempo è arrivato il mio driver, con il foglietto in mano con il mio nome sopra ,mi sento quasi in un film. Si scusa subito in inglese per il ritardo.
Si chiama Mohammed (ma dai!) e non è di Marrakesh, ma in città c'è tanto lavoro, soprattutto se riesci a lavorare con i turisti e quindi si è trasferito 2 anni fa.
Mentre sfrecciamo in una città ancora dormiente mi spiega un po' di cose sulla grande muraglia che si staglia davanti a noi.
E' quella che divide la città vecchia da quella nuova e al suo interno, in cui stiamo per entrare, si trova la grande medina , un intreccio di vicoli e vicoletti , mercati e venditori ambulanti, riad e ostelli in cui si svolge la vita marocchina.
La Medina
Ogni città marocchina ha la sua medina che non è altro che il quartire antico della città con delle strade talmente piccole che le macchine non riescono a passare è per questo che, anche se avrete prenotato un taxi, non sempre potrà accompagnarvi davanti alla porta del vostro alloggio, ma farà il possibile per accompagnarvi al posto più vicino per poter raggiungere in tranquillità la vostra destinazione.
Se doveste avere problemi, informatevi prima con il vostro alloggio, le persone del posto sono veramente gentili e disponibili.
Nel mio caso, una volta arrivati nel punto in cui non si poteva più proseguire , Mohammed ha fatto una telefonata ad Amos, colui che gestisce il riad in cui ho alloggiatto.
Amos è un uomo sui 30 anni , impossibile decifrare perfettamente la sua età, super sorridente che subito si carica il mio zaino nonostante io abbia insistito per portarlo e mi accompagna alla porta del Riad Vis ta vie.
Il Riad
é l’abitazione tipica marocchina, costituito da un agglomerato di stanze a più piani con al centro un giardino o un cortile.
Il motivo per cui le case marocchine hanno così tante stanze è che si può avere più di una sposa, inoltre le famiglie marocchine sono molto legate ed amano trascorrere il tempo insieme.
Nonostante io scelga spesso ostelli, c’erano alcuni punti su cui non avrei assolutamente cercato il compromesso per questo viaggio e tra questi c’era l’avere la mia stanza privata in un riad.
Il riad a sua volta doveva avere delle caratteristiche: vicino alla piazza principale, ottime recensioni, colazione marocchina (molti offrono una colazione occidentale), camere in stile marocchino e non super europee, un prezzo nella norma.

Ho così trovato il mio piccolo rifugio dal caos di Marrakesh tra le mura di questo riad nuovissimo, aperto da soli due mesi che è stato tutto una sorpresa positiva, dal proprietario, alla posizione, alla colazione, tutto. Ma ve ne parlerò meglio nel prossimo articolo.
La colazione
Non è ancora il momento per il check-in, ero già stata avvisata prima del mio arrivo che la mia camera non sarebbe stata disponibile prima delle h14.00, chiedo comunque se fosse possibile fare colazione e mi invitano a sedermi in terrazza.

Dopo qualche minuto arrivano con quello che mi sembrava l'allestimento per un buffet e invece era la mia colazione!!!!

Mangio tutte quelle prelibatezze con calma, una cosa bellissima è che Amos ti elenca il nome di tutto quello che ti porta al tavolo, cos' inizio subito a familiarizzare con le pietanze tipiche e scopro subito che la colazione marocchina è una delle mie preferite tra tutte quelle provate fino ad ora.
Il mio preferito è il Msemem, una crepes sfogliata tipica del nord Africa utilizzata soprattutto in Algeria, Tunisia e Marocco, che può essere mangiata così o farcita con marmellata, miele o salumi. Insomma, ne mangerò a bizzeffe. Attenzione però! Questo tipo di pane, non ha lievito, ma è ricco di burro ed olio!!!!
Mi sono stati portati litri di spremuta d'arancia (qui è d'obbligo), atay (tè alla menta), caffè e latte nei termos, marmellata di fragole, burro, olive bianche e nere, zollette di zucchero a palate (sia mai che manchi, qui ne usano davvero tantissimo!!), miele, Makhmar (una sorta di tigelle) e pane arabo ricoperto di semi (una pagnotta intera, tutta per me), una mela.
Grazie Marrakesh, già ti amo!
So che vi state chiedendo se ho mangiato tutto e la risposta è ovviamente SI.
Mentre gusto la mia colazione osservando la medina dall'alto non sapendo ancora cosa avesse da offrirmi questa città, decido di scrivere a Giulia e Yasso, una coppia italo-marocchina dolcissima conosciuta su instagram che vive a Gueliz, la parte nuova dell acittà di Marrakesh, quella che si estende al di fuori delle mura della medina.
Giulia mi dice subito di raggiungerli in un bar in cui stanno facendo colazione, di prendere un taxi nella piazza principali e dirgli di lasciarmi ad un hotel.
Mi fa sorridere la semplicità con cui Giulia, bresciana innamorata del Marocco, mi spiega come muovermi a Marrakesh, quasi come se fosse una cosa "semplice" ed effettivamente così sarà.
Chiedo ad Amos di indicarmi la via più breve per arrivare alla splendida Jamaa el Fna e così dopo cinque minuti mi ritrovo nella piazza che sta prendendo vita, senza avere idea di come l'avrei trovata totalmente stravolta al mio ritorno.
Salgo sul taxi, arrivo all'hotel ed incontro i ragazzi che a loro volta stanno facendo colazione con altre 2 ragazze facenti parte della loro community di Instagram, entrambe marocchine, ma una di loro vive in Italia da anni. Mi viene subito offerto un te e passiamo il tempo a chiacchierare nonostante il sonno mi stesse trascinando con sè.
Giulia e Yasso però sono molto coinvolgenti e onestamente mi sembra di conoscerli da sempre. Hanno la capacità di metterti a tuo agio, di farti sentire parte integrante di qualcosa, sanno ascoltare e raccontano storie fuori di testa di cose vissute qua e là per il Marocco. Il loro amore per questo Paese si respira ad ogni sorriso e parola e ti coinvolgono talmente tanto che ad oggi credo che se non li avessi mai conosciuti la mia esperienza marocchina sarebbe stata sicuramente diversa.
*foto presa dal profilo di @maroccoperdue
Una volta finita la colazione Giulia e Yasso mi invitano a casa loro in attesa di poter entrare in camera mia e così trascorro qualche ora con Giulia e ci raccontiamo delle nostre giovani e pazze vite, davvero come se ci conoscessimo da sempre. Lei è giovanissima, ha appena 23 anni, si è innamorata del Marocco 8 anni prima quando venne per la prima volta a cui ne sarebbero seguite tante altre fino alla decisione di trasferirsi in questo Paese in cui si sentiva a casa.
Io non sto vivendo un periodo facile e lei mi aiuta a vederne la parte bella, mi ricorda che nonostante le paure, le mille domande, le incertezze... io sono lì, a Marrakesh, da sola, che poi da sola non sono in realtà e sto affrontando tutto, un passetto alla volta e devo solo viverlo, come mho sempre fatto per tutta la mia vita, perché dovrei smettere proprio adesso?

Alla loro storia però dedicherò uno spazio a parte perché dovete assolutamente conoscere la loro storia, nel frattempo però vi lascio QUI la loro pagina instagram perché a settembre avrete la possibilità di viaggiare con loro per il Marocco e credo non ci sia modo migliore di farlo se non con due persone che lo conoscono bene e che vi porteranno a fare esperienze che più local di così non si può.
Dopo l'ospitalità di questa meravigliosa coppia è finalmente il momento di tornare in riad e scoprire la mia camera. Si trova al piano terra, è molto grande, l'arredamento è tipico marocchino con un letto immenso, una cassettiera in legno, lampade al muro e anche due teste di qualche animale intagliate nel legno. La amo già.
La porta di ingresso è grandissima, tutta intagliata e decorata ed io amo le porte. Il Marocco è il posto perfetto per chi ama le decorazioni minuziose, soprattutto di porte e piano piano ve ne farò scoprire qualcuna, ma in realtà vi basterà passeggiare per la medina e ne troverete una ad ogni passo che farete.
Accendo l'aria condizionata, tocco il letto e mi risveglio un paio d'ore dopo con un messaggio di Giulia che mi invita ad andare a bere qualcosa con loro per le 19.30. Perfetto. Posso prima soddisfare la mia voglia di dolce.
Chiedo ad Amos dove posso trovare dolci buoni e lui mi dice "ti ci porto".
Mi spiega infatti che per i dolci (ed anche altri cibi "di strada") è meglio andare in posti conosciuti in quanto, per colpa soprattutto del caldo, il livello di igiene non è altissimo e spesso non viene venduto tutto quello che si produce. Questo non garantisce la freschezza degli alimenti, per questo è sempre meglio andare in luoghi che si conoscono, in cui si è certo che i prodotti serviti siano freschi e così Amos mi propone di andare nella bancarella di suo cugino.
Ho così la fortuna di vivere un momento tipicamente marocchino ovvero un giro in moto all'interno del caos della medina!
Se pensate che non ci sia niente di speciale vi farò ricredere subito: passerete in moto in strade cosi piccole in cui a volte avrete paura di strisciare le ginocchia sui muri, stracolme di persone, bancarelle che vendono qualunque cosa, muli che trasportano carretti e nessuno, dico nessuno, sembra avere paura di essere colpito da qualche motorino che sfreccia veramente alla velocità della luce, rischiando più volte di scivolare sulla sabbia portata dalla tempesta della sera prima o sui detriti della strada in costruzione.
Arriviamo, scegliamo dei dolci tipici a base di burro d'arachidi, miele e olio di mandorla e torniamo a gustarli in riad insieme ad un atay (siamo al terzo della giornata).
Non so se i dolci fossero realmente freschi, se quello fosse realmente suo cugino o un semplice conoscente, fatto sta che ho amato quei dolcetti nonostante la presentazione lasciasse un po' a desiderare e ci fossero degli insetti svolazzanti all'interno delle teche.
Quel pomeriggio, gustando i dolci, ho anche versato il mio primo atay e devo dire di essere stata abbastanza brava!!
Jemaa el Fna
Mi ritrovo in piazza Jamaa el Fna al tramonto e devo dire che oggi l'ho vista in tre momenti diversi della giornata ed ogni volta sembrava un luogo diverso. La mattina tranquilla e pacifica, potevi ammirarne l'immensità.
Dopo pranzo molto più popolata, ma ancora sembrava avesse qualcosa di più da dare. L'atmosfera era movimentata, ma niente di eccessivo.
Al tramonto le bancarelle di spremute si mescolavano agli incantatori di serpenti, ai possessori di scimmie al guinzaglio, ai venditori di menta, alle donne che vogliono farti l'henne.
Capisco piano piano che la piazza è come divisa in settori e per ognuno di questi settori ci sono dozzine di rivenditori che farebbero qualunque cosa per accalappiarsi un cliente.
Sicuramente la competizione è tanta, ma il povero turista (io in questo caso) si trova sopraffatto da tutte queste persone che salutano, fanno vedere i volantini, chiedono da dove vengono, di andare a mangiare o comprare qualcosa nel loro negozio/chiosco/bancarella. Era il mio primo giorno e non sapevo ancora che la cosa migliore fosse ignorare completamente e tirare dritto, mi sembrava poco rispettoso non rispondere nemmeno al saluto, ma ad oggi vi dico che è l'unica cosa che dovete fare se non volete rischiare di impazzire a Marrakesh!
Questa piazza è molto importante per la città rossa, è infatti impossibile non trovarla quindi perfetta come punto d'incontro. Qui potrete comprare la qualunque o semplicemente vivere vita vera. I marocchini sono un popolo di commercianti, in cui le trattative (sempre fatte con rispetto e senza mai esagerare troppo) sono all'ordine del giorno, in cui il rumore è solo un contorno, i colori si mischiano ai profumi, vi sembrerà di entrare in un film di cui conoscete le parole a memoria, ma in un'altra lingua. Vi sentirete un po' spaesati, lasciatevi travolgere dalla magia.
La storia di questa piazza non è del tutto chiara, ci sono tante storie e nessuna certezza, si sa solo che ad oggi fa parte del patrimonio immateriale e orale dell'umanità, un progetto dell'Unesco per salvaguardare quei luoghi in cui la cultura e la tradizione di un luogo sono impalpabili, ma assolutamente visibili. Sono stati gli abitanti stessi che spaventati dal continuo avanzare del lo sviluppo economico hanno chiesto che fossero presi dei provvedimenti per salvaguardare tutto quello che rendeva Jamaa el Fna così unica ed importante per la storia di questo paese.
La sera, infatti, spariscono alcune bancarelle lasciando il posto a banchetti di cucina popolare, chiromanti, cantastorie, danzatori, maghi che donano alla piazza un'aria senza tempo.
(fonte Wikipedia)
Raggiungo Giulia e Yasso davanti al cafè Adresse, uno dei tanti ristoranti che si trovano ai lati della piazza, dotati di terrazze per ammirare Jamaa el Fna dall'alto.
Con loro c'è già Wafa, una ragazza marocchina che ha vissuto tanti anni in Italia e adesso vive in Svizzera e subito dopo arriva anche Lorenza, un'anima bellissima che non vedo l'ora di ritrovare a Napoli o da qualunque altra parte del mondo, ma di lei vi parlerò in un altro momento.
Grazie alla conoscenza della città di Wafa, Giulia e Yasso, ho l'opportunità di ammirare il caos e la bellezza del caotico suq di notte: bracciali, lanterne, luci, cibo, tappeti, abiti, ceramiche, tutto spunta da piccole porte che si susseguono una dopo l'altra nei vicoletti piccoli e stretti della medina. E' tutto un misto di gente, colori, profumi, oggetti, parole e mi sembra davvero di essere in un film.
Decidiamo tutti insieme di andare a bere qualcosa in un posto esclusivo, in cui di solito non c'è posto ed essendo sabato sera è ancora più difficile, ma Giulia e Yasso hanno tanti amici qui a Marrakesh e, visto che tutto il mondo è paese, riescono a trovare un tavolo per noi.
Ai musulmani è fatto totale divieto di bere alcolici, per questo quando si trovano in qualche locale i prezzi sono altissimi. Ho così bevuto la mia prima Casablanca(birra marocchina) ed anche l'ultima al modico prezzo di 60dirham (circa 6euro).
Durante l'aperitivo ci ha raggiunti anche Hamza, fotografo, viaggiatore, ceo e fondatore di Instamarrakesh , una pagina nata per mostrare le bellezze di Marrakesh ed invitare le persone a visitarla. Hamza insieme a Wafa(che ha la famiglia a Marrakesh)conoscono bene la città e ci portano a mangiare in un ristorantino local in cui ceniamo a soli 2,50euro a testa, atay compreso.
I ragazzi mi hanno accompagnata fino alla porta del riad ed una volta toccato il letto sono sprofondata in un sonno profondo, non prima di ricordare a me stessa che ero davvero molto fortunata.






Commenti